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Integrazione Teatrale

Un piccolo gruppo di teatro terapia, 6 persone, 2 italiani, 2 rumene e 2 ragazzi africani.
Sei storie diverse che si intrecciano in questa esepirenza.
 
Delle persone normali che si incontrano e si aprono, l’uno con l’altro e conoscendosi danno vita ad un melting pot di provenienze, culture ed esperienze.
 
Il riusltato a detta di tutti gli attori va oltre le aspettative.
 
Una piccola storia di INTEGRAZIONE che passa dall’Europa
e dall’Africa, ma che si estende anche alle differenze di genere, di cultura e di religione.
 
Il ritratto serve per mostrare le persone direttamente in viso, dare la possibilità di conoscere, per un attimo, questa altra persona guardandola negli occhi.
 
L’obbiettivo è di cercare quell’empatia tra il fotografato , il fotografante e lo spettatore necessaria per superare paure, preconcetti e tutte quelle energie negative guidate dall’ inquietudine peri quello che non si cononosce, per il  diverso, per il nuovo e del cambiamento.
 
Gli attori sono ritratti frontalmente in due scatti: uno posato ed uno dove sono liberi di “ricordare la loro eseprienza teatrale”.
 
Guardarsi negli occhi per conoscersi e superare le barriereche l’ignoranza crea nella società in evoluzione.
 
Milano,  Maggio 2018


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JACOPO D. - Sesto S.Giovanni - Italia
... a proposito dell'esperienza teatrale :
" Inizialmente, era presa proprio come uno svago, come un “mi tengo impegnato per non pensare”, ma poi col passare del tempo, i vari esercizi fatti e la compagnia, si è trasformato in un divertimento e mi ha insegnato, per certi tratti, ad essere più sicuro di me e di fregarmene ancora di più di quello che pensa la gente di me.
Tutto questo percorso, fatto devo dire che mi ha aiutato molto, tutti all’interno del gruppo mi hanno aiutato ad alleviare quel periodo di tristezza che avevo dentro; li voglio ringraziare dal più profondo del cuore. "


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IBRAHIM D. - Zouan Hounien - Costa D'avorio
.. a proposito dell'esperienza teatrale :
"
dans le théâtre je reste pour l'éternité. Pour moi dans le théâtre j'aimerais continue toujours. Passé que grâce au théâtre j'ai connu beaucoup homme de nationalité différent. et pour moi je me débrouille pas male "




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FODE CISSE - Guinea
.. a proposito dell'esperienza teatrale :
" Mon integration avec le teatre qui ma pousé de fair de teatre cest savoir ce que Je nait connait pas dans les diferants culture , les idés, les conpotements, decouvrir les diferants lieu et mais permet divertir avec les autres personne que Je nais connait pas . Ce lon moi le teatre sa mes interesse et inportance pour moi et jaime que le proget contunu"

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LUCIANO D. - Milano - Italia
.. a proposito dell'esperienza teatrale :
" Il teatro e state un gioco .
E si è rivelato un bellissimo gioco mi è servito molto . A tirar fuori parti di me e resettarne altre . Posso dire che è servito per sistemare 10 di terapie .ahahah analisi su analisi parole su parole.  E poi con quattro urla fatte bene tutto e più chiaro.   Anche se c’è il fatto che mi sto avvicinando ai 50 anni . E la vita cambia.!  In tutte le direzioni meglio e non meglio ahah "



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IULIANA - Bacau - Romania
.. a proposito dell'esperienza teatrale :
"
Il primo incontro con il teatro è stato una avventura: sono scivolata sul parquet e mi sono rotta il braccio, ma non ho rinunciato ed appena tolto il gesso ho cominciato il corso.
Per me, le lezioni di teatro rappresentato lo spazio magico dove torno ad essere bambina: gioco ed esploro le mie emozioni in modo consapevole. Con l'aiuto delle lezioni di teatro ho sbloccato alcuni blocchi e ho imparato ad essere ''qui ed ora''.
Secondo me l'integrazione è molto più semplice se si vuole fare, basta semplicemente che si rispetti la legge del paese dove vivi. La cultura è il miglior mezzo per facilitare l'integrazione. "



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LUCIA MARIA P - Romania
.. a proposito dell'esperienza teatrale :
" Sentendo il bisogno di fare parte di un gruppo e d’imparare la lingua italiana mi sono iscritta ad un laboratorio di  teatro, guidato da Elena. Lei mi ha aiutato ad esplorare le mie emozioni, provare più stati d'animo, ha preparato il mio incontro con me stessa. Abbiamo creato il nostro gruppo misto e abbiamo imparato uno dall' altro: ormai le persone non si incontrano mai per caso. Vorrei continuare ad esplorare le mie emozioni, conoscere gente e viaggiare sempre. "


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ELENA AXINTE - Romania
è la persona che ha reso possibile questo progetto essendo l'insegnate di teatro terapia che ha creato il gruppo di attori ritratti.
.. a proposito dell'esperienza teatrale :
" Un lavoro enormemente ricco. L’ho sperimentato con gruppi di migranti richiedenti asilo, l’ho sperimentato con madri carcerate, l’ho sperimentato con adulti normo dotati e anche con bambini.
Il resoconto è meraviglioso e spesso spiazzante. Le trasformazioni che noto nei partecipanti mi sovrastano spesso. Abbiamo tutti bisogno di fare i conti con noi stessi, di stare bene, di vedere ed accettare il nostro male. Indipendente che vie si scelgono: il teatro, la terapia, lo sport, la danza, la religione, la meditazione, il viaggio, o tante altre ancora… è molto importante rendersene conto, avere la consapevolezza di questi bisogni.

È questo il teatro che voglio fare. Mi serve per dare del bene a me e agli altri.
In questo periodo sto lavorando con un gruppo che mi stimola particolarmente, che mi fa crescere e radicare più profondamente il mio lavoro. Apparentemente è un gruppo di adulti normodotati e basta. In realtà ha preso le forme di un miscuglio quasi alchemico, in quanto non cercato, scelto e calcolato, ma nato, direi io, da un movimento calcolato dell’Universo. Sono in sei persone. Ci sono due donne e quattro uomini; due africani, due rumene e due italiani; cattolici, ortodossi musulmani e non credenti; laureati e con studi medi.
Sono partiti tutti senza sapere nulla del tipo di lavoro che avrebbero fatto. Alcuni lo hanno scelto come un’attività di svago, alcuni pensando al teatro classico. Tutto quello che si faceva inizialmente sembra a volte assurdo, a volte fuori dal contesto, fin che piano, piano si è intravista una forma. Il lavoro cominciava a crescere e manifestarsi dentro di loro e in uguale misura dentro di me. Le cose che inizialmente erano assurde o incomprensibili cominciavano ad avere un effetto terapeutico e, mentre ognuno lavorava individualmente sulla propria interiorità, come per magia, è nato un gruppo. Un gruppo dove ci si metteva a nudo uno di fronte all’altro, si lasciavano libere le crisi di pianto o risate ci si accarezzava oppure ci si arrabbiava in libertà. Ad un tratto eravamo tutti neri, tutti bianchi, tutti cristiani e poi musulmani, eravamo donne e uomini indipendentemente dal sesso di nascita, le parole di ognuno sono diventate le parole di tutti.
Allora parliamo di integrazione? Per me in questo lavoro non c’è stato un processo di integrazione. C’è stato solamente il risveglio della consapevolezza che siamo tutti integrati. Dobbiamo solo rendercene conto. "






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